THE MAGAZINE OF THOUGHTS, DREAMS, IMAGES THAT PASS THROUGH EVERY ART OF DOING, SEEING, DISCOVERING

02 November 2010



Roberto Sambonet
Quando il design emerge spontaneo da un'intera vita di curiosità e passione





Contestualmente alla pubblicazione del precedente articolo sul Design del Distretto dei Laghi, di Enrico Mercatali, e dell'intervista di Eliana Frontini a Giorgio Sambonet, intendiamo completare il quadro d'eccellenza offerto dalle nostre provincie di Novara e Vercelli in fatto di design con un articolo dedicato anche a Roberto Sambonet, la cui figura di grande spessore artistico e culturale è già stata ampiamente e ben sottolineata nella grande mostra allestita in Torino, a Palazzo Madama (aprile - giugno 2008), dedicata alla sua poliedrica attività d'artista e industriale.





Come per gli altri casi Taccuini non approfondirà tanto gli aspetti biografici e storici del personaggio, quanto, attraverso le immagini della sua opera, preferirà divulgarne lo spirito, e tutto ciò che intrinsecamente appartiene al percorso estetico e culturale dell'ambito creativo, sia pur rilevando in esso quanto corrisponde anche alle istanze della produzione, che pur affiorea potente in ogni sua piega, per tutto quanto egli ha spontaneamente appreso , assieme al cugino Giorgio (vedi l'intervista di Eliana Frontini - Archivio Taccuini Internazionali, ottobre 2010) dentro alla fabbrica, che suo padre e suo zio hanno fondato e contribuito a portare a così alti livelli di capacità produttiva e notorietà nel mondo.



Egli però, a differenza di Giorgio, mosso da aneliti di immensa curiosità e da un istinto forse più ribelle alle regole ferree del mondo produttivo, si muove nel mondo attratto da molteplici fascinazioni, che lo portano, anche attraverso la sua spiccata sensibilità, ai più elevati livelli d'espressione, i quali, pure, anche se non continuativamente, hanno trovato nella fabbrica, adeguate applicazioni. Lungo le tappe del suo percorso formativo hanno lasciato in lui un segno Lina Bo Bardi, la cultura del Bauhaus e Paul Klee, Burle Marx, Max Bill, Piet Mondrian, Costantin Brancusi, Oscar Nimeyer, Lucio Costa, Franck Lloyd Wright, Alvar Aalto e Bob Noorda. Ma hanno avuto anche profonde influenze su di lui non solo artisti ed architetti, ma anche lo psichiatra Edo Machado Gomes, durante un lungo viaggi da egli intrapreso in america latina, o le culture, i paesaggi incontrati nel suo continuo peregrinare attorno al mondo, come ad esempio in India, in Amazzonia, in Lapponia, ecc.




In questo coacervo di stimoli Roberto Sambonet ricava pian piano sensibilità e metodo, apprendendo il senso della catalogazione, della leggerezza, della sintesi, sensa mai lasciarsi contaminare da uno stile, da uno schema formale precostituito, alimentando così il proprio bagaglio cognitivo, facendolo sempre più ricco e maturo, tanto da sapersi poi riverberare nella produzione seriale che diffonde il suo nome poi nel mondo intero.


Ma non lascia mai egli la speculazione teorica e pratica del fare artistico, dedicando a volte mesi ed anni ad approfondirne ogni aspetto, prima di giungere a nuovi e più alti livelli di certezza formale, e di consapevolezza estetica. L'oggetto per la tavola, l'oggetto domestico prodotto per la grande serie diviene pertanto simbolo d'un piacere diffuso per la bellezza, a tutti destinato, ove il culto d'una estetica raffinata e sintetica, pulita e sottilmente edonistica affiora quale rigoroso specchio d'una società evoluta e più colta, espressione di scelte precise e di sicure capacità, alla quale egli, forse inconsapevolmente, ha lavorato per tutta la vita, passando dai colori della tavolozza al tecnigrafo, dalla maquette alla catena di montaggio, fino alla grafica e poi al packaging, per ritornare poi alla speculazione con la matita e l'acquerello, sulla natura e le sue leggi, in un continuo passaggio di scala e di questioni che solo con lo sforzo d'una continua e incessante ricerca hanno potuto risolversi in oggetti concreti, destinati al piacere di tutti.



Enrico Mercatali
Lesa, 2 novembre 2010

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