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02 April 2013

MOTTARONE - Avamposto alpino delle aree metropolitane piemontesi e lombarde. La funivia che ne collega la cima al Lago Maggiore, ed un nuovo trenino da riprogettare per il futuro (di Enrico Mercatali)




 il
M    O    T    T    A    R    O    N    E
Storica Montagna Milanese
 Avamposto alpino delle aree metropolitane piemontesi e lombarde


  La sua funivia, oggi. 
Ma il desiderio di tutti, per il futuro, è quello di un nuovo "trenino"



Sopra al titolo: Una ampia veduta dell'arco alpino con al centro il gruppo del Rosa, come appare guardando in direzione Ovest dalla cima del Mottarone.
Qui sopra: la funivia del Mottarone collega la stazione fronte lago a Carciano, di fronte alle isole Borromee, con quella presso la cima, a quota 1.492 m. Vi è una stazione intermedia presso la frazione di Stresa, Alpinia, stazione di villeggiatura estiva ed invernale risalente agli anni '20, presso la quale può essere visitato il "Giardino Alpinia", dotato di ampio repertorio di vegetazione tipica dell'arco alpino. Nell'ascesa alla vetta delle montagna ecco come appare il golfo Borromeo dalle cabine della funivia: splendido paesaggio del lago Maggiore con al centro le tre isole "Bella", "Madre" e "dei Pescatori o Superiore", uno spettacolo che i turisti dell'area non devono assolutamente perdere, non casualmente citato in tutte le baedeker del mondo come una delle meraviglie italiane.

(Continua)
...



E' di questi giorni la notizia che la funivia del Mottarone, quella che da Carciano (Stresa) conduce fin sotto la vetta a quota 1.492 m, passando per la frazione Alpinia, rischia d'essere definitivamente chiusa. Lo hanno denunciato tutte le autorità politiche ed amministrative della zona dei laghi, ed ampiamente diffuso dalla stampa locale. Come è già capitato in passato il problema è quello del finanziamento, peraltro non eccessivamente oneroso, per strutture di tal tipo, che tarda a trovare sostenitore, dato che, la proprietaria della stessa, ovvero la Regione Piemonte, si dichiara incapace di affrontarne l'onere. I soggetti di tale contingenza, apparentemente inconciliabili, sono, da un lato, la crisi finanziaria degli enti locali, acuita dalla crisi economica complessiva mondiale, e del nostro Paese in particolare, e, dall'altro, la Funivia del Mottarone, struttura che supporta una delle maggiori attrazioni turistiche dell'Alta Italia, la terza per importanza nell'ambito del distretto dei laghi, dopo le Isole Borromee, e Villa Taranto, la quale sta per essere chiusa, dopo 43 anni di servizio, così determinando il peggior colpo basso che al turismo locale potesse essere inflitto.




La cima del Mottarone, ripresa dall'elicottero, con la vista, sullo sfondo, del lago d'Orta e dell'isola di San Giulio. L'unicità di questa montagna, dovuta alla sua straordinaria orografia che la vede distaccata ed isolata dalla catena alpina, pur nella sua non indifferente altezza, la rende particolarmente appetibile per la sua vicinanza alle grandi aree metropolitane del Nord-Ovest, sia per le attività estive che invernali, ed assolutamente prossima, se non addirittura affratellata, al paesaggio dei laghi che stanno ai suoi piedi, così determinando quelle tipiche caratteristiche di naturale balconata sulle loro acque, per una visione a 360° dalla sua cima in ogni direzione, e specialmente sulle principali vette delle Alpi Lepontine, i grandi laghi ed i più piccoli laghi del varesotto, la pianura padana.


Come spesso è accaduto in passato, e purtroppo anche oggi accade, la diversa visione che divide le diverse forze politiche in campo, ai diversi livelli della gerarchia amministrativa, tra loro avverse su ogni decisione debba essere presa, finisce per causare assai più danni di quanti la sola crisi economica produrrebbe, da sola. Anche questo episodio evidenzia l'evidente miopia che sia in passato che nei più recenti anni passati, ha governato le scelte economiche e strategiche del nostro Paese, certo oggi resa ancor più difficile dalla ristrettezza delle risorse, ma anche dei tempi a disposizione per riuscire a trovare adeguate soluzioni. Purtroppo la maggiore tra tutte le miopie risale al 1963, anno in cui veniva deciso lo smantellamento dello storico Trenino, che saliva alla cima del Mottarone dalla stazione ferroviaria di Stresa, e la sua sostituzione con il moderno impianto di risalita a fune. 



 Una fotografia scattata dalla cima del Mottarone in direzione lago d'Orta e Isola di San Giulio


Quello che allora era sembrato un gran passo avanti, fatto prevalentemente pensando ad un uso invernale per gli sciatori, è stato in realtà un doppio passo all'indietro, perchè se la funivia garantiva massima velocità di collegamento tra i suoi estremi, essa non sarebbe stata più in grado di offrire un servizio di trasporto agli abitanti di tutti i numerosi piccoli paesi lungo il percorso, cosa che oggi avrebbe reso un gradissimo servizio a 360 gradi per qualunque tipo di esigenza. Nel corso del tempo questa montagna ha molto modificato, infatti, la propria funzione: oggi appare, se non soppiantata, almeno di molto diminuita, la funzione di stazione sciistica in virtù d'un più elevato utilizzo nei mesi primaverili ed estivi.



Vista invernale del lago Maggiore, dalla stazione di arrivo della funivia, sulla cima del Mottarone, e del golfo Borromeo con l'isola Madre al centro


Noi crediamo che una visione meno miope della nostra gestione economica nazionale e regionale, cosa che oggi appare ancora improbabile ed assai lontana, renderebbe giustizia alla principale risorsa del nostro Paese, quella turistica, mettendosi a ripensare seriamente alla rinascita del "Trenino", per allungare lo sguardo oltre il contingente e porre le basi d'un rilancio "alla grande" delle attività di punta del territorio dei laghi e delle valli.
Certi come siamo che i maggiori sforzi debbano essere fatti proprio nei momenti difficili, traendo spunto dal bisogno, dall'incertezza e dalla necessità, dobiamo, sì, oggi pensare ancora a rimettere in moto la "vecchia funivia", rinnovandone i sistemi di sicurezza, cercando di trarre da essa quei benefici che senza di essa ci vedrebbero cadere rovinosamente nel baratro d'una putroppo da tempo annunciata e forse irreversibile recessione, ma dobbiamo anche incominciare a parlare, a pensare, a programmare, a progettare l'idea della auspicata, voluta, desiderata rinascita del Trenino.

 

Analoga vista del golfo Borromeo con l'isola Madre, durante una limpida giornata estiva


Sappiamo quanto ciò risulti ancora ostico da capire, sia dalle popolazioni locali che dalle funzioni politiche ed amministrative di tale ambito, tanto è vero che proprio lo scorso anno è stato ordinato il definitivo smantellamento di ciò che restava della bellissima stazione di quel Treno, proprio accanto alla Stazione di Stresa. Forse pochi, qui nella nostra zona dei laghi lombardo-piemontesi, sanno che a Milano si sta già ripensando nientemeno che alla rinascita dei Navigli, e vi sono in tal senso anche importanti progetti nelle mani di chi gestisce la politica cittadina, provinciale e regionale, ma molti invece, qui da noi, hanno sentito parlare del legame stretto tra questi e la rinascita della navigazione che da Losanna, attraverso Milano, permetterà di giungere fino a Venezia e Trieste. 
Già in fase di avanzata progettazione sono infatti gli scali aronesi a questo scopo predisposti. Se quindi non lontano da qui, già fin da ora, momento di grande stagnazione e recessione, si stanno ponendo le basi per le strutture che innerveranno i futuri traffici regionali ed interregionali di turismo, prima di tutto, ma anche di commuting locale e delle merci, perchè mai ci si dovrebbe stupire di voler incominciare a pensare in grande anche da noi, e soprattutto volendo proiettarci dentro a una visione che non sia limitativa all'origine, ma tanto ampia almeno quanto basti ad essere in linea con quel  futuro che da solo si sta già delineando all'orizzonte?



Il "Trenino del lago Maggiore" in un vecchio manifesto pubblicitario. La ferrovia è stata realizzata a trazione elettrica, inaugurata il 12 luglio del 1911. Nel 1915 è stata riclassificata come tranvia extraurbana. A causa della mancanza di investimenti per il mantenimento dei livelli di sicurezza e per l'ammodernamento, alla fine del 1962 il servizio è stato sospeso La linea è stata definitivamente chiusa all'esercizio il 13 maggio del 1963, ed in seguito sostituita dalla funivia a partire dal 1 agosto 1970. Oggi il servizio svolto da una simile struttura, realizzata con le tecnologie più nuove, sarebbe il modo migliore per dare risposta alle innumerevoli esigenze sia di trasporto locale che di rilancio del trasporto turistico da e per il Mottarone, essenziale alla vita e alla crescita di tutto il nostro comparto.


Ne parlino, di tale idea, i sindaci, gli amministratori locali, i politici provinciali e regionali che frequentano i convegni, le assemblee, le riunioni che numerose si fanno attorno ai temi che agitano le acque dell'economia locale in questo periodo, non temano d'essere fuori tempo e fuori luogo, rispolverando il vecchio Trenino, per cercar di rimetterlo a nuovo, magari anche sui vecchi tracciati!
Sarebbe questo il vero investimento da fare, per ridare vita non solo alle comunità montane del Mottarone, ai paesi collinari, alle attività che oggi lì vi soffrono di isolamento, ma all'intero lago Maggiore, all'intera Regione Piemonte, all'intero settore territoriale di Nord-Ovest, tanto le economie di scala sanno riverberare effetti a catena!  Facciano partire quanto prima, tali enti, un serio progetto di fattibilità capace di mettere subito in luce quanto poco costi, se visto nella giusta prospettiva, un rilancio di tali proporzioni, che avrà ricadute positive d'ogni tipo, oltrechè di immagine, specialmente all'estero! Non limitiamoci a dire che abbiamo bisogno di "nuove funi e nuove pulegge per la funivia", anche se pur occorrono. Mettiamoci invece a lavorare per cercare d'essere pronti, in un futuro meno difficile che certamente arriverà, allorchè si dovranno porre le basi di nuovi assetti, che chiederanno nuove adeguate strutture, se mai a livello nazionale si pensasse di reperire risorse, ad esempio, da una TAV declinante, rideclinando le carte dagli sprechi passati a nuove più virtuose frontiere!

Immagine di Jeroen020 tratta dal sito www.flickr.com

Aggiorniamo oggi questo articolo con una buona notizia, che riguarda i positivi accordi che il sindaco di Stresa e gli assessori regionali competenti hanno sottoscritto ieri in Regione Piemonte, che assicureranno i finanziamenti necessari a dare vita futura all'impianto della Funivia del Mottarone per il prossimo ventennio. Rimandiamo all'articolo apparso oggi su "Il Vergante", che ne dà l'annuncio: http://www.ilvergante.it/articolo.aspx?IDArticolo=2404.

Cionondimeno auspichiamo che, una volta superata l'attuale situazione internazionale, nazionale e locale di stagnazione, possano avviarsi più coraggiosi modi di affrontare i temi del turismo, ai quali noi particolarmente dovremmo essere vocati, tali da saper andare oltre alla pura gestione dell'esistente, promuovendo idee, piani, relazioni con il nuovo creato da altri, facendo rete con chi si aspetta anche da noi di vedere sviluppo, iniziativa, progetti per un futuro che sappia essere sempre più attivo e propositivo, attrattivo e dinamico. In questa ottimistica visione anche un Nuovo Trenino del Mottarone ci sta. Chiediamo solo di provare a ripensarlo, superando scontati quanto ripetitivi luoghi comuni ad esso avversi. Esso non sarà mai un inutile doppione della funivia, ma un moderno veicolo di modernità, capace di grandi trasformazioni strutturali di una montagna che non è da tempo più una pura appendice dell'Arco Alpino, intesa in senso classico, ma un oggetto di loisir assai più complesso, portatore di benessere a portata di mano di chiunque, che sia turista, che sia residente locale, che sia cittadino metropolitano dell'ampia pianura produttiva, dinamico e vitale, ricco di risorse facilmente accessibili, parco della passeggiate fuori-porta, quotidiana destinazione dei nostri pic-nic, del nostro jogging, meta di salute e rigenerazione a-portata-di-mano, oggetto di desiderio. La funivia non può bastare a tutto ciò. Occorrono modi di penetrazione capillare e di massa, in un futuro ancora tutto da realizzare.


Enrico Mercatali
Lesa, 28 marzo 2013
(Aggiornato il 30 marzo 2013)

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