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28 September 2016

Monumentale è l'opera di Rosso, artista elegante e raffinata, pudica ed ammiccante. In mostra a: "Son et Lumière à la campagne / 2", presso Varese



Monumentale è l'opera di

R   O   S   S   O


artista elegante e raffinata, pudica ed ammiccante

in mostra ad Arsago Seprio (Varese) presso Parco Bianchi 


Le opere di Rosso traspaiono tra gli alberi nella scenografica lacation del casale che le ha ospitate per la mostra "Son et Lumière à la campagne / 2",  iniziata il 24 settembre 2016, nel luogo di lavoro e di temporanea residenza dell'artista


La tua mostra odierna "R O S S O  E x h i b i t i o n" (24 Settembre - Parco Bianchi - Via Porraneo, 8 - Arsago Seprio), presso Varese, Son et Lumière à la campagne / 2, cara amica di lontanissima data, mi è parsa bellissima: tu, in primis, accogliente dominus della serata piena d'effetti e sorprese. Bellissima, e di immediata empatia, poi, la tua arte, che si imponeva protagonista, al di là davvero di ogni mia aspettativa, quanto a bagliori ed echi visivi e sonori, d'una tal mole da te concepiti, ed animati da tal ventaglio di colti rimandi da lasciar basiti anche i più mondani tra gli assidui dell'arte!). Bellissima la tua location (casale accoglientissimo, e pur personalissimo, non soltanto per come sia stato congegnato l'allestimento, per il vissuto plurigenerazionale, e quindi intensamente stratificato, che ancora in esso vi aleggia, ma anche per l'ampia offerta d'eccellenze gastronomiche (purtroppo solo sfiorate), che per l'occasioni avevi preparato, nella stanza del camino!!, il tuo Jerome (mi è assai piaciuto, davvero simpatico co-patron dell'evento), ed infine il condiviso amico di una vita... Marco, pieno di verve, direi perfino migliorato!!! "Che dire?", cosa aspettarsi, di più?





Io e Flavia ci siamo molto goduti la speciale atmosfera di quella notte, attraversando l'umido prato che ci divideva dalla luminosa e fluente "cascata" dorata (d'acqua?... di capelli?) collocata lontano, quale attraente e simbolico richiamo di voluttà e piacere, inseguendo la fiammeggiante traccia puntiforme che, rettilinea, là ci voleva condurre. 




Così come è stato con grande diletto che ci siamo vissuti i percorsi tra le tue "monumentali", oniriche, favolistiche e orientaleggianti opere, magnificamente esaltate dalle attualissime suggestioni sonore che vi hai voluto accostare, realizzate dal musicista e compositore Francesco Rampichini, anch'esse cariche, quanto le opere che accompagnavano, di rituale mistero, di quello speciale pathos che incarna tutto ciò il cui ultimo significato un poco ci sfugge, che tanto attrae mentre ci tiene a distanza, investendoci d'ansia, di curiosità, di apprensioni, di voluttuosità, promuovendo in noi continui incantati interrogativi, quasi fossero misteriose e indecifrabili conversazioni.




Una meraviglia inaspettata, il tutto, in quell'atmosfera resa tanto pregna di simbolici rimandi, ancorchè resa eterea, sfumata, straniante dalla sensazione d'essere al contempo immersi in una fiaba, tra ritualità e mito!! I materiali, i loro colori, le loro superfici rappresentano e descrivono gli opposti, l'eterno distanziarsi e poi fondersi dei generi. Un vago sentore d'oriente allude ai piaceri segreti e privati dell'alcova velata, della porta che conduce all'"eterno paradiso", e, tra essi, superfici specchianti e veli, metalliche rigidità  e morbide e ondulate garze, opacità svelate e trasparenze appena svelanti od improvvisamente baluginanti in inaspettati riflessi dorati, rettilinee durezze accanto a curvilinee mollezze, tra le cui attribuzioni tu ti sei sapientemente giostrata, o, nella cui voluttà, appena pudicamente compiaciuta.




Noi ospiti benvenuti, in tanto ardore avventurosamente immersi per un arco di tempo imprecisato, abbiamo apprezzato, quasi confondendoci in esso, l'impianto scenico complessivo, che dei fienili faceva appropriatissimo uso, mettendo in contrasto le tipologie scarne e spoglie del contado con le sfavillanti e rifrangenti lastre ottonate e con i bianchissimi velati tessuti, lontane e perfino opposte componenti della tua immaginazione, le quali, pur richiamandosi ad un'arte cosiddetta "povera", ne trascendevano i limiti per divagare in atmosfere leggendarie che sanno trasformare polvere in oro, in trasognate proiezioni dei sensi, nelle digressioni oniriche da te poste materialmente in essere, in quella tua "Mille e una notte". 




Un amalgama di prelibatezze, per me, quella tua notte, delle quali poco posso aggiungere ora, se non rispolverando antichi e meno antichi vissuti che in qualche modo a te mi avevano legato, ed accostando entrambi alle più recenti esperienze letterarie... un lavoro mentale per i prossimi giorni, per i prossimi mesi, o anni, chissà?. Un bel lavoro personale, il mio, appassionante e gradevolissimo, del quale tu stessa certo sarai parte, nel continuum temporale...

Cara amica, dopo tanto pensare sarà bello riverderti in carne ed ossa, quando, tra un tuo girovagare e l'altro in cerca di ispirazione, tra una fatica e l'altra d'arte, vorrai dare il via alla continuazione del progetto Son et Lumière à la champagne, che già so essere programmato (e del quale avevo perso la prima parte), il quale, ora più che mai, m'incuriosisce e mi intrigherà continuare a frequentare.


Enrico Mercatali
27 settembre 2016

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